E’ davvero necessario il carcere? Non se ne potrebbe fare a meno?
La domanda sembra più una provocazione che un punto da cui partire o su cui riflettere.
Di fronte una questione del genere, un comune cittadino arriccerebbe il naso e si befferebbe della domanda con un gesto liberatorio.
Eppure il carcere, inteso come luogo di segregazione per fini punitivi, ha una storia recente, cioè ha a che fare con la modernità giuridica. La stessa origine del nome, carcer, ovvero recinto, spiega d’altronde come le funzioni del carcere, un tempo, fossero riservate a quelle che oggi definiremo più concretamente custodia cautelare. Il reo, in poche parole, stava confinato, per un breve periodo di tempo, in attesa del giudizio o dell’esecuzione della pena.