La tragedia avvenuta il 3 ottobre del 2013 segna l’inizio di un incubo, qualcosa di enorme, che spiazza pure l’indifferenza e che neppure la lontananza regala più sogni tranquilli. Il naufragio a Lampedusa straccia quella soglia d’impermeabilità con cui siamo cresciuti, da cui, più o meno consapevolmente, ci siamo voluti proteggere.
Siamo rimasti nudi e senza giustificazioni. O, forse, così mi sono sentito io. Le immagini che il telegiornale passava mi ripugnavano, e per solo questa reazione mi sono sentito complice di un massacro. Perché la domanda è: cosa deve fare un uomo quando è davanti a una tragedia di queste dimensioni?